• Spazio 361, S. Severino Marche (MC)

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C’era una volta una botte | Mastro T e il riuso

C’era una volta una vigna in un campo scosceso baciato dal sole, c’era una cantina con dentro tre botti di rovere vecchie decenni e c’era un contadino che ogni anno le riempiva. C’erano il piacere di potare le viti, il verderame delicato sui pampini, le imprecazioni contro la grandine o quando qualcosa non andava come sarebbe dovuto, poi c’era la raccolta festosa. C’erano cassette traboccanti di uva e api-vespe-e-moscerini tutt’intorno. C’erano i piedi dei bambini nella vasca, c’erano il torchio e il tino. C’era il mosto, tre botti di rovere e infine il vino.

E ora?

Ora non c’è più la vigna né il contadino ma ci sono tre botti di rovere ancora rosse di vino. C’è una collaborazione: l’idea di Altrochebacco di trasformarle in poltrone, Mastro T che ne esegue l’operazione e Il Tappezziere di Mercuri che riveste di pelle braccioli e seduta di quelle poltrone.

 

E con lo zigo zago… zigo, zago, zigo, zig! | Mastro T e la Singer

E con lo zigo zago

Teresina l’ago

m’hai ferito ‘l core

mi farai morir

dalla passione mi sento morir:

Zigo, zago, zigo, zig.

 

La conoscete questa canzoncina? Come ci dice Enzo Pio Pigniatello in un interessante articolo sulla storia delle macchine per cucire, è “la canzoncina dello Zigo-Zago che i piazzisti insegnavano alle ragazze al momento della vendita a rate della loro macchina da cucire, soprattutto perché imparassero a pedalare al ritmo giusto”.

Da Weisental a Pfaff, passando per Saint, Thimonnier, Howe e quindi Singer, ne è trascorso di tempo. Dal 1755 al 1862. Storie di inventori, di idee e anni di dedizione, di scoperte rivoluzionarie e di scontri, di sabotaggi perché allora come oggi spesso le innovazioni destano sospetto. Invece Thimonnier, sarto per mestiere, “aveva solo intravisto la liberazione di milione di sarte, grazie alla sua macchina e, avendone intuito l’utilità, aveva invocato strenuamente la creazione di scuole d’arte e mestieri per donne e per uomini”. Tuttavia, dopo anni di lotte, lavoro e miseria, finì per morire di stenti mentre la macchina iniziava a conquistare il mondo occidentale. Grazie anche ai continui miglioramenti, divenne così importante da imporsi non solo nelle industrie ma anche nelle famiglie. E oggi le vecchie macchine Singer e Pfaff sono la fortuna di chi le eredita, ricercate dai collezionisti. Così c’è chi le riprende dalla soffitta e decide di chiamare Mastro T per restaurarle; e poi ci sono le chicche del repertorio popolare!

Dopo il restauro:

Prima del restauro:

 

 

Quando un portone non è un portone | Venanzio Bigioli e Mastro T

Non solo ornati lignei intagliati con maestria, dipinti e dorati; non solo nicchie e altari.

Venanzio Bigioli, talentuoso artista settempedano vissuto a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, ci ha lasciato anche dei bellissimi portoni, opere d’arte dell’intaglio che possiamo ancora ammirare facendo una passeggiata per il centro storico di San Severino Marche.

A Mastro T il piacere di restaurarne uno:

Se volete saperne di più su Venanzio Bigioli, il saggio di Gualberto Piangatelli appaga di sicuro la vostra curiosità.

Toccare il cielo con una wishab | Mastro T e i soffitti decorati

Un piccolo centro, un appartamento in un palazzo antico e tre soffitti decorati di cui due restaurati l’anno scorso:

Ora Mastro T è alle prese con il terzo: