• Spazio 361, S. Severino Marche (MC)

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Il terremoto, il cratere e il coraggio | Mastro T arreda Enjoy

Camerino, 2014-2017.

L’università ma anche il desiderio di lavorare, l’idea di aprire un bar, le birre, la musica, i giovani, tanti giovani, tanti quanti ce ne possono essere in una città universitaria. Il divertimento e la spensieratezza nonostante i piccoli, grandi affanni quotidiani. L’ambizione, la lungimiranza e il progetto di aprire una pizzeria accanto al bar, per offrire un ulteriore servizio e magari guadagnare anche di più. L’entusiasmo e la tenacia che permettono di ottenere un mutuo per realizzare quel progetto. L’inizio dei lavori e la fine, Mastro T che pensa alla realizzazione dell’arredamento, quindi l’inaugurazione del nuovo locale. La soddisfazione e ancora una volta l’entusiasmo, la gioia. Poi solo dopo due mesi, una lunga scossa e il sogno che svanisce.

Zona rossa. Bisogna evacuare, in fretta. Solo macerie, fuori e dentro. Il dispiacere, lo sconforto e la paura. Quella che ti spinge a fuggire e magari a ricominciare da un’altra parte. Ma dove? “Andate al mare”, dicono all’unisono, “andate al mare!”. Non tutti sono fatti però per migrare. Chi parte lo fa per necessità, per curiosità o per trovare la felicità. Chi non deve, chi non è curioso, chi è già felice, allora resta. Chi decide di restare non può essere spostato da un’altra parte perché significherebbe farlo morire, un po’ come un pesce d’acqua dolce nell’acqua salata. “Andate al mare”, dicono, “andate al mare”.

Anche il protagonista di questa storia decide di andare al mare. Lui già pensa a un nuovo locale da aprire, perché, sì, è dispiaciuto e impaurito ma non gli manca il coraggio né la forza di reagire. “Prima mi alzo in piedi, prima ricomincio a camminare”. Va al mare, dunque, ma poi ritorna in quel borgo in cui tutto ancora trema. È lì il suo posto. È lì che richiama Armoni Design e Mastro T, è lì che inaugura Enjoy, bar-pub-pizzeria. Enjoy! Nonostante le incertezze e il coro in sottofondo “andate tutti al mare, andate tutti al mare”.

Se lo scordino lo spopolamento delle zone montane e pedemontane. Il pesce d’acqua dolce se deve morire vuole morire nel fiume.

 

Harcome e Mastro T, nuovo sodalizio.

Una nuova sfida per Mastro T, la possibilità di cimentarsi in una nuova avventura, di collaborare con Harcome – studio specializzato in progettazione e ristrutturazioni chiavi in mano, di realizzare mobili diversi da quelli che sono la sua specialità (ossia mobili in legno massello lavorati in modo artigianale, con guide in legno e incastri fatti a mano).

Harcome progetta, Mastro T e Armoni Design elaborano e realizzano.

Case contemporanee e raffinate, un arredamento che si contraddistingue per la giustapposizione armoniosa di materiali diversi e per la cura dei dettagli. Case da copertina dove nulla è lasciato al caso.

 

Questione di scelte | Mastro T, il legno e un soggiorno

Scegliere al di là della moda del momento che decreta la fortuna di un materiale o di uno stile rispetto a un altro. Scegliere in modo consapevole di costruire con il legno massello perché a differenza del truciolato è naturale e duraturo e sostenibile, scegliere l’abete rispetto al gettonato rovere perché è più economico. Accettarne le imperfezioni, i suoi cambiamenti. Scegliere di rispettare la storia degli spazi in cui si va ad abitare e di conservarne la memoria, scegliere così di lasciare un vecchio pavimento in mattoni con le sue mancanze e i segni del tempo, e di accostargli un tavolato sempre in abete massello, e poi con gli scarti delle tavole di costruire una libreria-divisorio.

Tutto in abete massello, con tinte e finiture ad acqua. Tutto senza chiodi e senza viti. Tutto riparabile e modificabile, o riciclabile. Per un soggiorno caldo e rispettoso dell’ambiente.

Un avvocato, un tavolo e Mastro T.

Un giovane avvocato chiama perché vorrebbe far costruire un tavolo per il suo studio. Ha una vaga idea di come lo vorrebbe, mostra un’immagine. Un tavolo dal piano in vetro e la base in legno di noce. Forme geometriche e pulite, linea essenziale, elegante. Poi l’immagine passa a un designer e il tavolo prende forma.

Trasparente e solido, chissà, forse così come dovrebbe essere il rapporto tra un avvocato e il suo assistito. Vetro e legno. Da una parte l’esposizione sincera dei fatti, il racconto nudo degli eventi, la fragilità di certe emozioni; dall’altra la forza della giustizia, della ragione e della logica, di una difesa. La forza di una arringa, la sua costruzione lineare, le sue parole semplici e chiare, beninteso, non sciatte, anzi precise ed espressive.

Chissà se dietro alla scelta o al progetto di un tavolo può esserci tutto questo. Chissà.