E con lo zigo zago… zigo, zago, zigo, zig! | Mastro T e la Singer

E con lo zigo zago

Teresina l’ago

m’hai ferito ‘l core

mi farai morir

dalla passione mi sento morir:

Zigo, zago, zigo, zig.

 

La conoscete questa canzoncina? Come ci dice Enzo Pio Pigniatello in un interessante articolo sulla storia delle macchine per cucire, è “la canzoncina dello Zigo-Zago che i piazzisti insegnavano alle ragazze al momento della vendita a rate della loro macchina da cucire, soprattutto perché imparassero a pedalare al ritmo giusto”.

Da Weisental a Pfaff, passando per Saint, Thimonnier, Howe e quindi Singer, ne è trascorso di tempo. Dal 1755 al 1862. Storie di inventori, di idee e anni di dedizione, di scoperte rivoluzionarie e di scontri, di sabotaggi perché allora come oggi spesso le innovazioni destano sospetto. Invece Thimonnier, sarto per mestiere, “aveva solo intravisto la liberazione di milione di sarte, grazie alla sua macchina e, avendone intuito l’utilità, aveva invocato strenuamente la creazione di scuole d’arte e mestieri per donne e per uomini”. Tuttavia, dopo anni di lotte, lavoro e miseria, finì per morire di stenti mentre la macchina iniziava a conquistare il mondo occidentale. Grazie anche ai continui miglioramenti, divenne così importante da imporsi non solo nelle industrie ma anche nelle famiglie. E oggi le vecchie macchine Singer e Pfaff sono la fortuna di chi le eredita, ricercate dai collezionisti. Così c’è chi le riprende dalla soffitta e decide di chiamare Mastro T per restaurarle; e poi ci sono le chicche del repertorio popolare!

Dopo il restauro:

Prima del restauro:

 

 

C’era un volta un mulino | Mastro T a Muccia

Muccia, un tempo crocevia dove fermarsi prima di ripartire per il proprio cammino. Muccia, piccolo borgo ricco d’acqua dove le acque di due fiumiciattoli canalizzate con sapienza durante la signoria dei Varano crearono un importante sistema di mulini utilizzati per lavorare i cereali.

C’era una volta un mulino funzionante in piazza della Vittoria, a Muccia.

Poi la storia fa il suo corso e di quel mulino resta ben poco se non le foto in bianco e nero di un passato lontano, i racconti preziosi di chi l’ha visto macinare. Dicono che sia importante ricordarsi delle proprie radici, conservare la memoria. Così un giorno quel mulino decidono di rimetterlo in funzione e chiamano Mastro T. Dopo sopralluoghi, incontri e ricerche, è stata immensa la soddisfazione di riuscire a ricostruirlo per renderlo funzionante.

C’era una volta un mulino funzionante in piazza della Vittoria, a Muccia. E ora c’è di nuovo.

 

 

 

 

Quando un portone non è un portone | Venanzio Bigioli e Mastro T

Non solo ornati lignei intagliati con maestria, dipinti e dorati; non solo nicchie e altari.

Venanzio Bigioli, talentuoso artista settempedano vissuto a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, ci ha lasciato anche dei bellissimi portoni, opere d’arte dell’intaglio che possiamo ancora ammirare facendo una passeggiata per il centro storico di San Severino Marche.

A Mastro T il piacere di restaurarne uno:

Se volete saperne di più su Venanzio Bigioli, il saggio di Gualberto Piangatelli appaga di sicuro la vostra curiosità.

Toccare il cielo con una wishab | Mastro T e i soffitti decorati

Un piccolo centro, un appartamento in un palazzo antico e tre soffitti decorati di cui due restaurati l’anno scorso:

Ora Mastro T è alle prese con il terzo: